Mercoledì 12 giugno era la data di scadenza per la presentazione al FAI dei progetti di intervento per salvare la Torre di Capo d' Omo.
Per fare ciò, c'era bisogno dell'approvazione del nostro Comune all'iniziativa e dell'appoggio ad uno studio specializzato in restauri del genere; per questo secondo scopo, ci siamo appoggiati allo Studio SATA di Grosseto, che in precedenza aveva avuto esperienze di restauro di altre torri, tra le quali spicca la Torre di San Rabano all'Uccellina.
Il comune, e per questo lo ringraziamo ha “sposato” la nostra iniziativa e lo studio SATA è entrato subito in sintonia con noi, studiando a fondo il problema.
Per ottenere i finanziamenti del FAI c'erano due modi: il primo era la presentazione di un progetto, il secondo era la creazione di un'iniziativa di Promozione/Valorizzazione del bene.
Dalla lettera d'ammissione alla graduatoria dei luoghi prescelti (15 febbraio) alla scadenza del Bando, non c'è stato il tempo utile per fare il progetto, ottenere permessi, liberatorie ecc., per cui si è preferito cominciare a chiedere il contributo per il progetto di promozione/valorizzazione, partendo dallo sviluppo del trekking all'Argentario.
Si è cercato, partendo dalla carta dei percorsi trekking, creata dal GAT, di legare tra loro tutte le torri fruibili dell' Argentario, con percorsi interattivi in un progetto di rilancio del turismo sostenibile di trekking, mountain bike e perchè no equestre, che come tutti ormai sanno permette di avere visitatori nelle stagionI intermedie e meno frequentate.
Non di meno, appena ottenuto dal FAI l'apporto od una quota di esso, potremo con calma pensare a come muoverci, con contributi regionali od europei, per arrivare finalmente a raggiungere lo scopo primario della nostra iniziativa, che consiste nel salvare quel bene, la Torre di Capo d' Omo, che purtroppo si sta degradando sempre più.
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Inserito il - 13/06/2019 : 22:11:03
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