scorpione
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Inserito il - 04/07/2010 : 12:08:40
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04/07/2010 - LA STORIA Tutto il paese in crociera, paga Martino La villetta che Martino si sta facendo costruire a Issiglio Ex cassaintegrato vince 40 milioni di euro al Superenalotto e ragala una vacanza a metà Issiglio
ISSIGLIO Mamma, mamma sai che ho vinto al Superenalotto!», dice Martino, entrando nel cuore della notte nella stanza dove dormono insieme. Lei si alza dal letto, stiracchia i suoi 85 anni, e gli domanda secca: «Ma col Jolly?». Martino annuisce e sussurra: «Sì, col Jolly». Lei: «Bene, adesso vieni a dormire, è tardi. Ai soldi ci pensiamo domani».
La notte che cambia la vita di Martino Oberto è quella del 26 aprile del 2008. Alla ricevitoria «La Pagina», accanto al supermercato Bennet di Pavone, in provincia di Torino, la fortuna regala più di 40 milioni di euro. Per la precisione: 40.595.858,78. La combinazione vincente è: 56 - 64 - 72 - 81 - 83 - 86. Il numero Jolly: 32. «Sono le date di nascita di zii, nipoti e amici di Martino. Giocando ha pensato a loro», dice la cugina Maddalena, consumando l’ennesima sigaretta sotto il portico del paese.
Martino Oberto è un cittadino di Issiglio, Comune alle porte della Valchiusella. «Single», 56 anni, ex operaio metalmeccanico, ex cassintegrato, ex lavoratore socialmente utile presso il suo Comune. E poi, di colpo, superfortunato. Ricco, ricchissimo, ma sempre lui, buono come il pane. Non chiamatelo però «Paperon de’ Paperoni». Lui si arrabbia. E con lui tutto il paese. Martino è un semplice, o almeno lo era. «Prima, a dirla tutta - confida sottovoce una signora nella piazza - qualcuno lo trattava a calci nel sedere. Adesso il sedere glielo... Non mi faccia dire di più, non so se mi spiego».
I soldi cambiano le persone. Lui no. «Non è uno che si è montato la testa. Si è tolto qualche soddisfazione, questo sì. Ma senza esagerare». Uno che gioca a carte nel bar del paese. Che compra per sé una Cinquecento e altre auto ai nipoti. Si costruisce una casa e fa tanta beneficenza. Ma soprattutto porta 68 persone in crociera, sul Mediterraneo, per 10 giorni. «Perché così potranno ricordarsi sempre di me. Mi hanno voluto bene, era giusto condividere questa gioia con loro», dice Martino, in una lettera.
Un quinto del paese, più o meno, è andato in vacanza a sue spese. Gente di ogni età: amici e parenti. Nipotini e zii. Il più vecchio è un cugino di 70 anni. Alcuni non avevano mai messo il naso fuori da Issiglio. «Nessuno era mai stato in Egitto. Che belle le Piramidi. Ma il Muro del Pianto ha lasciato tutti senza parole».
Partenza il 19 giugno da Savona. Da Issiglio al porto ci sono andati con due autobus. «Quella mattina - racconta Maddalena - si sentivano solo rumori di rotelle di trolley che andavano in piazza per il ritrovo. Qualcuno rosicava, perché non era stato invitato. Il paese è piccolo ma gli invidiosi sono ovunque». Ritorno, il 30 giugno, dopo aver visitato Roma, Il Cairo, Gerusalemme, Rodi, Cipro, Atene.
Dopo due balli di gala col comandante, una megafesta sul ponte della nave, tour sull’Acropoli e drink a bordo piscina, sotto il sole. «Martino - racconta una cugina - si è divertito un mondo, ma adesso non ne vuole parlare. Anzi c’è già stato troppo clamore intorno a questa vicenda». Issiglio, poche centinaia di abitanti, è racchiusa in un pugno di villette e vicoli di case di pietra. Meridiane alle facciate, immagini sacre di Madonne e Santi, quattro grosse vasche scroscianti piene di trote di allevamento. «Basta con la storia della crociera. Non ne possiamo più di curiosi in paese. Sono fatti nostri. Fuori di qui», ringhia da dietro il bancone Daniele, il barista, un romano trapiantato in Canavese.
Martino chiede «privacy», non ama il clamore. È un tipo riservato. Gli amici lo proteggono, s’infuriano se qualcuno chiede di lui. «È una questione di sicurezza. Con tutta la brutta gente che gira oggi, non si sa mai. Con tutti quei soldi di mezzo bisogna stare attenti», afferma Piera, la sorella, protetta dal citofono.
Eppure questa è una storia bella, di un uomo sfortunato che da brutto anatroccolo ora è ammirato e perfino desiderato. «Ci mancherebbe. Ha più di cinquant’anni. Qualche soddisfazione potrà pure togliersela. Le donne non gli mancano. Ma sono solo delle simpatie. Non va mica al night. Quelle cose Martino non le fa». La signora Teresa, la mamma, 87 anni, si affaccia al balcone e allarga le braccia. «Martino? Non c’è. È al mare. Torna la prossima settimana. Non mi fa più sapere dove va».
Tra i vicoli, un’altra conoscente di Martino è restia a sbottonarsi. «Qualcuno è rimasto male - dice Maddalena, una cosnoscente - per non essere stato invitato. A me non interessa, mi dispiace per chi è invidioso». Anche Antonio, l’allevatore di trote, non ama i forestieri che fanno troppe domande. Dice: «Lasciate stare Martino. Che si goda in pace i suoi soldi». Beato lui.
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