io parto dal presupposto che comunque da civitavecchia a rosignano ci sono dei tratti che non sono per nulla sicuri e quindi un investimento serio va fatto e quindi due sono le alternative: ampliare l'aurelia in alcuni tratti (cercando di renderla percorribile a 110 km/h per tutto il tracciato) oppure fare ex-novo un'autostrada
ma se la velocità fosse inferiore a 110 km/h che cosa comporterebbe si arriva un pò più tardi(uno parte prima) ma si è più sicuri e si inquina meno
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se nulla potrà far che si rinnovi all'erba il suo splendore e rinverdisca il fiore della sorte funesta noi ci dorrem ma più saldi in petto godrem di ciò che resta (dal film splendore nell'erba)
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Se i Romani (porci) avevano fatto l'aurelia dove sta ora un motivo ci sarà stato. Farne il doppione o il triplone nelle vicinanze o peggio nelle lontananze è un costo inutile e uno spreco oltre che lavori su lavori, ricorsi, esproprio, danni ambentali. L'Aurelia si può allargare a piacimento e mettere in sicurezza spendendo un decimo.
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Se i Romani (porci) avevano fatto l'aurelia dove sta ora un motivo ci sarà stato. Farne il doppione o il triplone nelle vicinanze o peggio nelle lontananze è un costo inutile e uno spreco oltre che lavori su lavori, ricorsi, esproprio, danni ambentali. L'Aurelia si può allargare a piacimento e mettere in sicurezza spendendo un decimo.
noi come al solito vogliamo " o cirillo e o pane unto" vogliamo l'autostrada (doppione dell'aurelia)per correre a Roma o Livorno e nello stesso tempo ci vantiamo di stare in un'oasi come la maremma
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Comunque ognuno creda quello che vuole... io dico che bisogna scongiurare l'ennesimo "pastrocchio" dovuto alla somministrazione preventiva di falsi bisogni, con l'unico scopo del profitto privato generato con la socializzazione di spese inutili e dannose, anziche` progettare, programmare e realizzare IL VERO PROGRESSO. Quindi ribadisco e ribadiro` la MIA CONTRARIETA`!
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interessante articolo del corriere della sera sul conflitto di interessi di matteoli sull'autostrada
Finita più volte sul binario morto, l’autostrada è stata rilanciata dal ministro per le Infrastrutture del governo Berlusconi. Che il 15 dicembre del 2009 ha fatto aprire ufficialmente il primo cantiere a San Pietro in Palazzi, nel comune di Cecina: il suo. O meglio, il borgo natio amatissimo quanto il borgo di adozione, Orbetello. Del quale, come dicevamo, è sindaco da quattro anni. Grazie a una provvidenziale manina che nel marzo 2005, giusto qualche mese prima che lui annunciasse l’intenzione di presentarsi alle comunali all’Argentario, infilò un emendamento in una leggina con il quale fu abolito il divieto ai ministri di ricoprire incarichi di «amministratore di enti locali». Divieto introdotto appena pochi mesi prima dalla legge Frattini che doveva disciplinare i conflitti d’interessi. Direte: ma chi glielo fa fare a un ministro di gestire un comune di 15 mila abitanti? Se lo erano chiesti, a suo tempo, anche gli elettori. «Chi pensa che, se fossi eletto, farei il sindaco da Roma, si sbaglia di grosso», aveva risposto lui, «In caso di vittoria il mio impegno a Orbetello sarà a tempo pieno». Fatto senatore, e poi ministro, aveva corretto il tiro: «Passerò a fare il sindaco il fine settimana». C'è chi si lagna dicendo che è pochino? Lui tira diritto. Tanto più che quello che dovrebbe attraversare il territorio di Orbetello è forse il tratto più complicato del corridoio autostradale tirrenico. Così complicato, e a quanto pare costoso, che ora si starebbe ragionando su un cambio di tracciato rispetto a quello già approvato dal Cipe, sovrapponendo l’autostrada all’attuale Aurelia. Ma certo, se il ministro e il sindaco sono la stessa persona, tutto è più facile. Se poi il ministro nomina anche un commissario straordinario, meglio ancora. E chi è il commissario scelto da quel Matteoli che secondo Marcello Pera era così missino che «si presentò a Lucca con gli stivaloni ancora dipinti di nero»? Antonio Bargone. Ricordate? L’ex sottosegretario ai Lavori pubblici nei governi Prodi, D’Alema e Amato. Un dalemiano di ferro. Che dopo il governo è stato accolto nella grande famiglia del gruppo Autostrade, ora Atlantia. E non come un ragazzo di bottega: bensì come presidente della Sat, la concessionaria dell’autostrada.
Riassumiamo: il ministro nomina un commissario di governo per rendere più spedita la costruzione di un’autostrada che deve passare nel territorio del comune del quale lo stesso ministro è sindaco, e il commissario in questione è pure presidente dell’impresa che deve costruire e gestire l’autostrada. Un clamoroso conflitto d’interessi a testata multipla, realizzato senza che nessuno, men che meno la Regione, abbia mosso un dito. Ovvio: la stessa Toscana, rossa, sull’autostrada è d’accordo col ministro dagli «stivaloni neri». Non bastasse, i maligni dicono che Matteoli governa Orbetello per interposta persona. Il factotum? Rolando Di Vincenzo, ex sindaco aennino che nel 1997 strappò il comune alla sinistra. Diventato ministro,Matteoli ha trasferito a lui l’incarico forse più importante: commissario straordinario per la laguna. Un ruolo fondamentale, considerando quanto che c’è in ballo. Per esempio, il risanamento dell’area industriale della ex Sitoco, un tempo fabbrica di concimi chimici sulla quale si sta sviluppando un’operazione di recupero immobiliare da almeno 20 milioni di euro attraverso la società Laguna azzurra. E chi controlla il 60% di questa Laguna azzurra? Quattro coop «rosse». A riprova che la guerra tra destra e sinistra può anche non essere poi così frontale, c’entrano infatti la Cooperativa muratori e sterratori di Montecatini, la Clea, la Cooperativa muratori riuniti e la Cooperativa costruzioni edili della Val d’Arda. Anzi, tra i fondatori c’era pure il Consorzio Etruria, colosso delle coop che controlla una cinquantina di imprese e ha interessi ramificatissimi. Anche nei porti. E qui torniamo a Talamone. Si discute da anni sull’ipotesi di un porto nuovo. Più grande, in grado di ospitare più o meno lo stesso numero di natanti, ma di dimensioni ben più grandi. Roba dai trenta metri in su. Yacht, velieri, panfili. Ma come ha più volte denunciato il Wwf, la vera «ciccia» sarebbe l’investimento immobiliare e residenziale collegato al porto. In questo caso, 53mila metri cubi di nuove costruzioni. Una bella colata di cemento, magari da raccordare all’autostrada con una bella bretella. La ciliegina sulla torta. Il progetto esecutivo definitivo, a quanto pare, non c’è. Ma la decisione di fare il nuovo porto è già passata in consiglio comunale. Voti contrari? Nessuno. Neanche della sinistra all’opposizione? Neanche.
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è iniziata la raccolta di firme contro l'autostrada oggi sul tirreno parla del nuovo tracciato dino sei in grado di riprodurre l'articolo? geazie
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